PAUSA DI LAVORO: CARATTERISTICHE E DIRITTI INVIOLABILI
- L’Avvocato del Lavoro commenta:
Il datore di lavoro ha il potere di eliminare la pausa lavorativa? Quali sono i diritti dei lavoratori sul tema pausa?
-risponde l’Avvocato del Lavoro.
Cari lettori, l’Avvocato del Lavoro di Milano in questo articolo analizza un tema molto considerevole che riguarda il diritto del lavoratore di usufruire di una pausa trascorse le 6 ore lavorative.
L’Avvocato del Lavoro di Torino preliminarmente chiarisce che la pausa lavorativa ha una funzione ben precisa: recuperare le energie psico-fisiche, attenuare il lavoro monotono e ripetitivo e, eventualmente, la consumazione del pasto.
Questa funzione deriva dalla Costituzione che garantisce al lavoratore i diritti inerenti alla personalità dell’individuo, i cosiddetti diritti personali concernenti l’integrità fisica e la salute.
Premesso ciò, partiamo da alcune domande ricorrenti rivolte frequentemente in sede di appuntamento all’Avvocato del Lavoro:
è legittimo abolire la pausa lavorativa?
il datore di lavoro ha il potere decisionale di decurtare i dieci minuti di pausa dalla durata effettiva di svolgimento della prestazione?
il lavoratore deve necessariamente avvalersi della pausa o è concesso sostituirla con un’indennità?
il lavoratore deve trascorrere la propria pausa nella sede dove ha luogo la prestazione?
Procediamo per gradi.
Chi sancisce il diritto alla pausa?
Come già premesso, il diritto alla pausa deriva dal diritto alla salute garantito dalla Costituzione (Art. 32) , tale diritto personale è inviolabile e, soprattutto in codesto ambito, irrinunciabile.
La pausa può essere sostituita con un’indennità?
La pausa minima di 10 minuti, salvo diverse previsioni del contratto collettivo, non è retribuita. Ricordando lo scopo della pausa lavorativa di recupero psico-fisico delle energie del lavoratore, sostituire la pausa di 10 minuti con un’indennità andrebbe a pregiudicare la finalità dell’interruzione e sarebbe del tutto contrario alla vera funzione della norma di tutela del lavoratore che non avrebbe la possibilità di recupero.
E’ possibile far uscire i lavoratori 10 minuti del termine in sostituzione della pausa lavorativa?
Questa modalità di fruizione della pausa di lavoro è legittima, secondo una nota circolare del Ministero del lavoro (Min. Lav. Circ. n. 8/2005), anche se il dipendente ha lavorato più di 6 ore consecutive può non usufruire immediatamente della pausa; la norma, difatti, non impone che l’interruzione debba avvenire entro le prime 6 ore di lavoro.
Tenendo comunque presente la vera funzione della pausa è necessario, nel caso in cui la pausa di lavoro sia utilizzata come “uscita anticipata”, prevedere un riposo compensativo o assicurare una protezione appropriata: l’importante è che sia rispettata la finalità della pausa, cioè consentire il recupero delle energie psico-fisiche, l’eventuale consumazione del pasto e l’attenuazione del lavoro ripetitivo e monotono.
Durante la pausa di lavoro, può essere richiesta la permanenza in sede?
La pausa di lavoro minima consiste in una totale interruzione dell’attività svolta al fine del recupero delle energie, ciò non implica, però, che il lavoratore, per goderne, debba necessariamente lasciare il luogo di lavoro.
È pertanto pienamente lecita la pausa di lavoro svolta all’interno dell’azienda, purché non sia richiesta alcuna prestazione al lavoratore.
La pausa può essere spezzettata?
Il datore di lavoro non può decidere di “spezzare” la pausa, cioè di far utilizzare in un primo momento 5 minuti ed in un secondo tempo i 5 minuti rimanenti, questo perché secondo la legge, la pausa di lavoro di 10 minuti va fruita consecutivamente.
Diversamente, se il contratto collettivo applicato prevede una pausa di lavoro maggiore di 10 minuti, ad esempio di 15, il datore di lavoro ha la facoltà di far fruire in un primo momento i 10 minuti consecutivi di pausa ed in un secondo momento gli altri 5, salvo che il contratto non lo consenta.
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