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RIPETUTI PROCEDIMENTI DISCIPLINARI POSSONO COSTITUIRE “MOBBING” ?

- L’Avvocato del Lavoro commenta:

Il lavoratore può agire in giudizio per il risarcimento del danno da mobbing quando l’esercizio del potere disciplinare da parte del datore è vessatorio e costante nel tempo?

-risponde l’Avvocato del Lavoro.

Cari lettori, l’Avvocato del Lavoro di Milano/Torino in questo articolo analizza una tematica molto delicato che riguarda un particolare aspetto della sfera del mobbing.

L’Avvocato del lavoro evidenzia come sulla natura del mobbing e sulla nozione giurisprudenziale del fenomeno si sia già soffermato più volte. L'aspetto che, oggi invece, si vuole mettere in evidenza è quello più direttamente correlato all'incidenza di alcune specifiche condotte del datore di lavoro sulla prestazione lavorativa del proprio dipendente, oltre ad un possibile effetto di tale fenomeno lesivo, che è quello risarcitorio.

Quando parliamo di condotte offensive e degradanti del datore ci riferiamo a tutte quelle condotte ripetute nel tempo che appaiono offensive e degradanti; ci riferiamo anzitutto all'ingiusta prevaricazione e alla mortificazione del dipendente, elementi che, a loro volta, diventano fonte di responsabilità risarcitoria.

Pensiamo al caso del dipendente che subisca, nell'arco di un certo periodo di tempo, diversi procedimenti disciplinari, all'esito tutti infondati, o anche che riceva ripetute visite fiscali a fronte delle sue assenze dal lavoro per le terapie post operatorie dopo la cura di una seria patologia tumorale, documentalmente nota all'ente di dipendenza.

Ebbene, proprio su questa fattispecie, la Corte di Cassazione Sez. 6 L civile (ordinanza n. 11739 del 03.05.2019) ha stabilito, rigettando il ricorso ministeriale e confermando la sentenza della Corte di Appello, che merita il risarcimento il dipendente vittima di azioni mobbizzanti di questo tipo.

Il caso nasce da una vicenda che vede come parte lesa una docente e come autrice delle condotte prevaricatrici la dirigente scolastica, ma è evidente che si tratta di una esemplificazione, di per sé riferibile alla generalità di casi ove il sereno rapporto di lavoro viene minato alla base da insulsi, dannosi e dimostrabili attacchi alla salute psicofisica del prestatore.

In buona sostanza: la denigrazione della professionalità della docente è inammissibile e, infatti, per la Corte è stata assolutamente ingiustificata.

I plurimi ed infondati procedimenti disciplinari, le reiterate visite fiscali, gli improvvisi e ingiustificati controlli del personale della scuola mentre la docente si trovava in aula, le continue richieste di chiarimenti per le assenze derivanti dalla malattia, sono tutti elementi di convergenza verso il malsano progetto mobbizzante.

Vuoi saperne di più e capire come difendersi nel caso in cui il tuo datore di lavoro perpetrasse nei tuoi confronti condotte vessatorie e mobbizzanti? Rivolgiti ad un nostro Avvocato del Lavoro di Milano o Torino!

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